Programma Politico del Partito dell’Alleanza
Predisporre un programma che contenga tutte le indicazioni dei partiti dell’area di centro destra, nella quale il nostro Partito si identifica, non può che partire dalle necessità, quelle vere ed autentiche, dell’intero Paese e di tutti i suoi cittadini, armonizzate con la realtà del territorio e nella certezza che serietà, capacità professionali ed onestà degli uomini siano oggi elementi indispensabili per caratterizzare una Classe Politica all’altezza di svolgere il ruolo a cui i cittadini la chiamano dandole la più completa fiducia.
Inutile nascondere la difficoltà di condensare in poco spazio un programma che abbracci indicazioni su tutte le reali necessità del Paese con la volontà, per la verità molto combattuta, tra l’indicare tutte le cose che si vorrebbero e sarebbe necessario fare ed evitare di compilare un libro dei sogni assolutamente irrealizzabile in tempi ragionevoli.
Del tutto ragionevole, quindi, che alla fine di questo lavoro programmatico qualcuno troverà alcune cose che mancano, pur essendo importanti come tutte le altre, ed altri ne troveranno di troppe e, forse, qualcuna di esse non condivisibili.
Proprio per questo riteniamo che il nostro impegno programmatico debba essere considerato come un “cantiere aperto” pronto a recepire integrazioni e correzioni da parte dei cittadini, delle categorie economiche e sociali, di tutti coloro, in buona sostanza, che amano la nostra Nazione e sono pronti a contribuire, anche con le idee al suo miglioramento e alla sua crescita.
Per raggiungere tale comune obiettivo, occorre bandire le improvvisazioni di chi persegue propri scopi nella gestione amministrativa del Paese e, pertanto, “vive alla giornata”. Quello che più conta è la necessita di recuperare il rapporto fiduciario tra la gente e la politica, fra la gente e i Partiti, fra la gente e i candidati alla guida del Paese.
Ridare fiducia ai cittadini e recuperare il rapporto tra la politica e il Paese affinché i cittadini si riapproprino del loro futuro e ne siano consapevoli attori determinanti. L’uomo va inquadrato al centro dell’azione amministrativa. La famiglia e i suoi bisogni, la società e la cultura saranno principi ispiratori della nostra azione politica tesa a recuperare valori fondamentali della nostra società con la gestione moderata e riformatrice che si intende perseguire per assicurare, all’intero Paese, un futuro diverso, più sicuro e con meno incognite.
Bisogna servire la politica e non servirsi della politica, per questo il nostro Partito ritiene doveroso proporre un patto ai cittadini che contempli punti importanti, da condividere con i Partiti del cartello politico,
LE POLITICHE PER IL SOCIALE
Non è affatto un caso, ma una scelta precisa dettata dalla volontà di porre in primo piano i servizi sociali, che il nostro programma cominci trattando delle problematiche sociali della nostra società e degli impegni che si intende assumere per andare incontro alle sue tante necessità, assolutamente dimenticate, ignorate e bistrattate. La politica sociale è un campo in cui appaiono fondamentali le sinergie inter-istituzionali e la collaborazione con le organizzazioni operanti sul territorio e con il volontariato che hanno già accumulato notevoli ed importanti esperienze di attività sul campo.
La futura determinazione delle politiche sociali del Paese dovrà avere particolare riguardo per la promozione dell’anziano nella famiglia con adeguati sostegni di assistenza domiciliare, il favore per la natalità, la tutela della maternità, la valorizzazione personale e sociale della paternità e della maternità, la tutela dei minori e della donna, la promozione dell’unità, della stabilità familiare e della solidarietà sociale.
Si rende pertanto necessario incentivare proposte di interventi tese ad agevolare finanziariamente le famiglie disagiate a partire dall’acquisto l’acquisto della prima casa.
Al fine di attuare tali indirizzi si renderà necessario rinforzare la struttura del Servizi Sociali e tenere sempre aggiornato lo screening delle situazioni di disagio sociale, con l’obiettivo di razionalizzare le scelte del Paese nel settore e, anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato, dare vita a importanti e continuative esperienze nel campo dell’assistenza alle fasce deboli come: l’assistenza domiciliare agli anziani, l’assistenza ai diversamente abili, i progetti di prevenzione e recupero nel campo delle tossicodipendenze, soprattutto con programmi nel mondo della scuola, l’assistenza ai minori allontanati dal nucleo familiare per provvedimenti giudiziari.
Particolare rilievo dovrà essere riservato alle azioni in favore dell’integrazione degli anziani nella famiglia la cui permanenza in casa dovrà essere facilitata portando a domicilio tutta l’assistenza sanitaria e sociale possibile e facilitando la famiglia che potrebbe non riuscire a far fronte alle necessità di un anziano con problemi.
La filosofia che si intende perseguire, in ultima analisi, è che il cittadino, nelle difficoltà della quotidianità, non dovrà mai sentirsi solo o abbandonato.
Non si può infine sottacere il problema connesso alle pari opportunità.
Tale problema non può e non deve riferirsi esclusivamente alle donne ma deve riguardare tutto il sistema sociale e, quindi, una politica per le donne non può che essere parte integrante di un progetto politico-programmatico di un Cartello Politico che si propone, a giusta ragione, di far parte di un polo o di una coalizione tesa a governare per molti anni il Paese. Nell’ambito delle risorse di bilancio destinate al finanziamento di iniziative e di progetti a sostegno delle politiche sociali, devono essere definiti interventi precisi a favore della famiglia, nel riconoscimento della sua centralità sociale e dell’importanza delle funzioni da essa svolte. La complessità sociale crescente, maturata negli ultimi venti anni, ha fatto emergere bisogni inediti ed ha evidenziato la necessità di configurare una molteplicità di offerte che si devono caratterizzare per una maggiore flessibilità rispetto a quelle esistenti. Attenzione, dunque, non solo alla famiglia in situazione di disagio, ma alla famiglia nel suo complesso, con azioni di sostegno e valorizzazione.
Nell’ambito della famiglia le donne declinano i tempi e i modi della propria vita in modo più vario rispetto agli uomini perchè sono abituate a conciliare, per esempio, vita domestica e vita lavorativa e, all’interno dello spazio familiare, svolgono più ruoli: sono loro che, in definitiva, conservano maggiormente i legami con la vita sociale e restano custodi della qualità della vita della famiglia e delle generazioni che verranno.
Proprio in riferimento all’attività lavorativa non si può certo sottacere che nel terzo millennio una delle sfide più importanti è quella della disoccupazione femminile: la ristrutturazione del mercato del lavoro può marginalizzare le donne perchè la maggior parte dei disoccupati o sotto-occupati è donna.
La maternità, nell’esperienza sociale, è trattata come una responsabilità privata e lasciata sulle spalle delle donne così come sempre più frequente è il fenomeno del pendolarismo in ambito lavorativo e tante sono le donne che viaggiano su mezzi pubblici o su strade dissestate per raggiungere il posto di lavoro. Accorciare i tempi di percorrenza concorrendo ad una maggiore efficienza dei servizi e delle infrastrutture significa dare risposte concrete ai bisogni delle donne e al lavoro femminile sempre più dislocato in sedi diverse da quelle di residenza.
LE POLITICHE PER IL CULTO E L’IMMIGRAZIONE (CODICE ETICO RELIGIOSO)
Laicità e Libertà Religiosa
L’Italia è un Paese laico fondato sul riconoscimento della piena libertà religiosa individuale e collettiva. La libertà religiosa è riconosciuta ad ogni persona, cittadino o straniero, e alle comunità religiose. La religione e la convinzione non possono essere motivo di discriminazione nella vita sociale.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Lo Stato laico deve riconoscere il contributo positivo che le religioni recano alla collettività e deve valorizzare il patrimonio morale e spirituale di ciascuna di esse. L’Italia deve favorire il dialogo interreligioso e interculturale per far crescere il rispetto della dignità umana, e contribuire al superamento di pregiudizi e intolleranza.
I principi di libertà e i diritti della persona non possono essere violati nel nome di alcuna religione. Va esclusa ogni forma di violenza, o istigazione alla violenza, comunque motivata dalla religione. La legge, civile e penale, è eguale per tutti, a prescindere dalla religione di ciascuno, ed unica è la giurisdizione dei tribunali per chi si trovi sul territorio italiano.
La libertà religiosa e di coscienza comprende il diritto di avere una fede religiosa, o di non averla, di essere praticante o non praticante, di cambiare religione, di diffonderla convincendo gli altri, di unirsi in organizzazioni confessionali. Va pienamente garantita la libertà di culto, e ciascuno può adempiere alle prescrizioni religiose purché non contrastino con le norme penali e con i diritti degli altri.
L’ordinamento deve tutelare la libertà di ricerca, di critica e di discussione, anche in materia religiosa, e deve proibire l’offesa verso la religione e il sentimento religioso delle persone. Per la legge dello Stato, la differenza di religione e di convinzione non deve essere di ostacolo alla celebrazione del matrimonio.
Muovendo dalla propria tradizione religiosa e culturale, l’Italia deve rispettare i simboli, e i segni, di tutte le religioni. Nessuno può ritenersi offeso dai segni e dai simboli di religioni diverse dalla sua.
L’impegno internazionale dell’Italia
In coerenza con questi principi l’Italia deve svolgere nel mondo una politica di pace e di rispetto di tutti i popoli, per promuovere la convivenza tra le nazioni, per sconfiggere la guerra e il terrorismo. L’Italia deve essere impegnata in campo internazionale per tutelare le ricchezze di vita e di ambiente del pianeta.
Deve ripudiare la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali, le armi di distruzione di massa e ogni forma di tortura o di pene degradanti per la dignità umana. Essa deve continuare a condannare l’antisemitismo, che ha portato al genocidio del popolo ebraico, e ogni tendenza razzista che vuole dividere gli uomini e umiliare i più deboli.
Deve rifiutare tutte le manifestazioni di xenofobia che si esprimono di volta in volta nella islamofobia o in pregiudizi verso popolazioni che vengono da altre parti del mondo. Insieme agli altri Paesi europei, l’Italia ha abolito la pena di morte e deve in tal senso continuare la battaglia nelle sedi internazionali perché sia abrogata nel resto del mondo. L’abolizione della pena di morte costituisce un traguardo di civiltà che fa prevalere il rispetto della vita sullo spirito di vendetta.
L’Italia deve incentivare l’impegno teso a risolvere pacificamente le principali crisi internazionali, in particolare il conflitto israelo-palestinese che si trascina da tanto tempo. L’impegno dell’Italia deve continuare ad essere a favore di una soluzione che veda vivere insieme i popoli della regione, in primo luogo israeliani e palestinesi nel contesto di due Stati e due democrazie.
Insieme agli altri Paesi europei, l’Italia deve agire a livello internazionale per promuovere ovunque il rispetto della dignità e dei diritti umani, e per favorire l´affermazione della democrazia politica, come forma di Stato che consente la partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica e il rispetto crescente dei diritti della persona.
L’Italia, Comunita´ di Persone e di Valori
L’Italia è uno dei Paesi più antichi d’Europa che affonda le radici nella cultura classica della Grecia e di Roma. Essa si è evoluta nell’orizzonte del cristianesimo che ha permeato la sua storia e, insieme con l’ebraismo, ha preparato l’apertura verso la modernità e i principi di libertà e di giustizia.
I valori su cui si fonda la società italiana sono frutto dell’impegno di generazioni di uomini e di donne di diversi orientamenti, laici e religiosi, e sono scritti nella Costituzione democratica del 1947. La Costituzione rappresenta lo spartiacque nei confronti del totalitarismo, e dell’antisemitismo che ha avvelenato l’Europa del XX secolo e perseguitato il popolo ebraico e la sua cultura.
La Costituzione è fondata sul rispetto della dignità umana ed è ispirata ai principi di libertà ed eguaglianza validi per chiunque si trovi a vivere sul territorio italiano. Partendo dalla Costituzione l’Italia ha partecipato alla costruzione dell’Europa unita e delle sue istituzioni. I Trattati e le Convenzioni europee contribuiscono a realizzare un ordine internazionale basato sui diritti umani e sulla eguaglianza e solidarietà tra i popoli.
La posizione geografica dell’Italia, la tradizione ebraico-cristiana, le istituzioni libere e democratiche che la governano, sono alla base del suo atteggiamento di accoglienza verso altre popolazioni.
Tutto ciò che costituisce il patrimonio dell’italia, le sue bellezze artistiche e naturali, le risorse economiche e culturali, le sue istituzioni democratiche sono al servizio degli uomini, delle donne, dei giovani, e delle future generazioni. La nostra Carta costituzionale tutela e promuove i diritti umani inalienabili, per sostenere i più deboli, per garantire lo sviluppo delle capacità e attitudini di lavoro, morali, spirituali, di ogni persona.
Dignita´ della Persona, Diritti e Doveri
L’Italia deve continuare ad essere impegnata perché ogni persona sin dal primo momento in cui si trova sul territorio italiano possa fruire dei diritti fondamentali, senza distinzione di sesso, etnia, religione, condizioni sociali. Al tempo stesso, ogni persona che vive in Italia deve rispettare i valori su cui poggia la società, i diritti degli altri, i doveri di solidarietà richiesti dalle leggi.
I diritti di libertà, e i diritti sociali, che il nostro ordinamento ha maturato nel tempo devono estendersi a tutti gli immigrati. Va garantito il diritto alla vita dal suo inizio fino al compimento naturale, e il diritto alla salute con le cure gratuite quando siano necessarie; una protezione speciale è assicurata alla maternità e all´infanzia. Il diritto all´istruzione è riconosciuto quale strumento indispensabile per la crescita personale e l´inserimento nella società.
L’immigrato può, alle condizioni previste dalla legge, diventare cittadino italiano. Per ottenere la cittadinanza nei tempi previsti dalla legge occorre conoscere la lingua italiana e gli elementi essenziali della storia e della cultura nazionali, e condividere i principi che regolano la nostra società. Vivere sulla stessa terra vuol dire poter essere pienamente cittadini insieme e far propri con lealtà e coerenza valori e responsabilità comuni.
Diritti Sociali, Lavoro e Salute
L’Italia tutela e promuove il lavoro in tutte le sue espressioni, condanna e combatte ogni forma di sfruttamento umano, in modo particolare quello delle donne e dei bambini. Il lavoro favorisce lo sviluppo della persona e la realizzazione delle sue attitudini e capacità naturali. L’immigrato, come ogni cittadino italiano, ha diritto ad un compenso adeguato per il lavoro svolto, al versamento dei contributi per la sanità e la previdenza, a vedersi garantito il sostentamento nei casi di malattia e infortunio, e nell’età avanzata, alle condizioni previste dalla legge. Ogni lavoro deve svolgersi in condizioni di sicurezza per la salute e l’integrità della persona.
Chiunque sia oggetto di molestie, discriminazioni, o sfruttamento, sul luogo di lavoro può rivolgersi alle autorità pubbliche, alle organizzazioni sindacali, sociali e di assistenza, per vedere rispettati i propri diritti e poter adempiere alle proprie mansioni nel rispetto della dignità umana.
Cittadini e immigrati hanno diritto ad essere curati nelle strutture pubbliche.
I trattamenti sanitari sono effettuati nel rispetto della volontà della persona, della sua dignità, e tenendo conto della sensibilità di ciascuno. E’ punita ogni mutilazione del corpo, non dovuta a esigenze mediche, da chiunque provocata.
L´Italia è impegnata perché tutti possano fruire di una abitazione adeguata ai bisogni della propria famiglia e a costi ragionevoli. Chi si trovi in stato di bisogno, o sia costretto a subire costi eccessivi per la propria abitazione, può rivolgersi alle autorità pubbliche o alle associazioni sindacali per ricevere assistenza e ottenere il rispetto dei propri diritti.
Famiglia, Nuove Generazioni
L’Italia riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, e considera l’educazione familiare strumento necessario per la crescita delle nuove generazioni. Il matrimonio è fondato sulla eguaglianza di diritti e di responsabilità tra marito e moglie, ed è per questo a struttura monogamica. La monogamia unisce due vite e le rende corresponsabili di ciò che realizzano insieme, a cominciare dalla crescita dei figli. L’Italia proibisce la poligamia come contraria ai diritti della donna, in accordo anche con i principi affermati dalle istituzioni europee. L’ordinamento italiano proibisce ogni forma di coercizione e di violenza dentro e fuori la famiglia, e tutela la dignità della donna in tutte le sue manifestazioni e in ogni momento della vita associativa. Base dell’unione coniugale è la libertà matrimoniale che spetta ai giovani, e comporta il divieto di coercizioni e di matrimoni forzati, o tra bambini. L’Italia tutela la libertà dei minori nello sviluppo della propria personalità, che si realizza anche nell’incontro con altri giovani e nella partecipazione alle attività sociali. Il principio di eguaglianza non è conciliabile con le pretese di separare, a motivo dell’appartenenza confessionale, uomini e donne, ragazzi e ragazze, nei servizi pubblici e nell’espletamento delle attività lavorative.
LE POLITICHE DELL’OCCUPAZIONE
E’ indubbio che la carenza di opportunità lavorative è la piaga più grande che affligge il tessuto economico e sociale dell’Italia.
La realtà odierna, infarcita di aziende in fuga e licenziamenti, mobilità e cassa integrazione e da una occupazione certo assolutamente al di sotto delle più pessimistiche previsioni, non aiuta i nostri giovani, e non solo, a sperare in un futuro migliore legato ad una occupazione sempre più latitante e foriera di tempi peggiori.
Una filosofia operativa, in buona sostanza, che predisponga il campo alla realizzazione di tutte le iniziative atte a produrre ricchezza ed occupazione e con un Governo pronto ad essere al fianco di tutti coloro che intenderanno perseguire queste finalità.
In questo contesto non è di secondaria importanza l’impegno che il Partito dell’Alleanza intende assumere nei confronti dei Lavoratori Socialmente Utili.
Questi nostri concittadini, da svariati anni soggetti a precarietà ed insicurezza, avranno la massima attenzione del Cartello Politico per la ricerca, elaborazione e presentazione di progetti destinati all’utilizzo degli incentivi nazionali, regionali e provinciali affinché in tempi ragionevoli, si possa con soddisfazione salutare la stabilizzazione della loro attività lavorativa.
LE POLITICHE ABITATIVE
Il problema “casa” in Italia è certamente uno di quelli più scottanti che deve essere affrontato con estrema immediatezza e determinazione. Va incentivata la realizzazione di un sufficiente piano di edilizia popolare affinché si possa dare una risposta di speranza ai tanti giovani per i quali la mancanza di abitazioni è motivo di incertezza e di conseguenti mancate decisioni per il loro futuro. Va inoltre prevista la riduzione del disagio abitativo dei conduttori di immobili assoggettati a misure esecutive di rilascio
Per trovare soluzioni efficaci per la riduzione del disagio abitativo è necessario orientare gli enti locali alla realizzazione di interventi o progetti speciali caratterizzati da rapidità attuativa e da una forte fattibilità tecnica e amministrativa privilegiando, prioritariamente, interventi di recupero del patrimonio edilizio già esistente e non occupato.
In questa direzione va orientato un budget di risorse da destinare alla realizzazione di interventi speciali finalizzati alla realizzazione di alloggi sperimentali e a progetti speciali per aumentare la disponibilità di alloggi di edilizia sociale da destinare prioritariamente ai soggetti sottoposti a sfratto esecutivo.
Gli interventi dovranno essere finanziati per il 50% con il contributo statale e per il restante 50% con risorse poste a carico del singolo comune e della regione o di operatori pubblici o privati aderenti alle singole iniziative.
In tal modo le risorse disponibili verranno raddoppiate.
Vanno inoltre sottoscritti accordi di programma con tutti i comuni.
LAVORI PUBBLICI
Le attività inerenti a questo aspetto, non certo meno importanti delle precedenti, non possono e non devono partire da gratuiti concetti di megalomania realizzativa per i quali occorre far ricorso a costosi finanziamenti per opere, troppo spesso, non di primaria importanza.
Tutto questo è avvenuto, non senza negative ricadute importanti sulla gestione finanziaria presente e futura del nostro Paese.
Anche in questo campo va ripristinata un’attenzione alle cose importanti e la conseguente realizzazione fatta di intelligenza amministrativa tesa a dare importanza alle opere primarie lasciando a tempo debito e alle risorse finanziarie disponibili la realizzazione di quelle opere che non sono di fondamentale importanza ai fini della vivibilità. Il PDA coniuga politiche caratterizzate da:
§ procedimenti amministrativi più semplici;
§ meno adempimenti burocratici;
§ tempi certi e maggiore qualità delle opere ma soprattutto più sicurezza per i lavoratori.
Va sollecitata la normazione del c.d. “procedimento unico”. La possibilità cioè, per gli enti appaltanti, di riunire attorno a un unico tavolo le diverse amministrazioni competenti per un esame congiunto del progetto evitando così la sovrapposizione dei diversi adempimenti (pubblicazione del progetto, comunicazione agli interessati, raccolta delle osservazioni) e l´allungamento dei tempi. Il procedimento unico dovrà essere obbligatorio per le opere e le infrastrutture strategiche di interesse nazionale, regionale e provinciale. Uno strumento per valorizzare le imprese abituate a rispettare le regole della concorrenza e della qualità dei lavori. La legge dovrà essere per altro fortemente impegnata sul versante della semplificazione e dell´accelerazione delle procedure onde potere avere opere pubbliche realizzate in tempi più brevi e di alta qualità". Va normata, anche, la possibilità di costituire uffici comuni per attuare al meglio le diverse fasi legate alla realizzazione dei lavori pubblici, dalla progettazione all´appalto fino all´esecuzione dei lavori. Per quanto riguarda la trasparenza nelle gare d´appalto, la normativa dovrebbe introdurre sistemi di qualità anche nelle procedure di selezione dei concorrenti, di aggiudicazione e gestione dei contratti.
POLITICHE DELLA SALUTE, SANITA’, SICUREZZA ALIMENTARE, SICUREZZA AMBIENTALE (Nazionali ed Europee)
La salute è un bene primario. Il Governo deve impegnarsi per garantire che i settori controllati rispettino standard di efficienza ed immediatezza di buon livello.
Risulta, pertanto, indispensabile intervenire per pensare a nuovi ambiti territoriali delle A.S.S.L.. Si deve intervenire al fine di realizzare strutture sanitarie di primo intervento, evitando la declassazione a mero poliambulatorio delle strutture esistenti.
Nell’ambito dei finanziamenti previsti per il settore sanitario, dai bilanci regionali, l’impegno delle Amministrazioni deve essere quello di far valere con determinazione di misure di maggiori finanziamenti per la ricerca avanzata.
L’ azione governativa deve tendere a migliorare la sanità pubblica, prevenire le malattie e affezioni ed eliminare le fonti di pericolo per la salute umana. Va sviluppata pertanto un’attività integrata al livello europeo nell’intento di coordinare le politiche dei settori connessi. Attraverso la strategia per la sanità l’U.E. deve svolgere la funzione che le compete nel migliorare la salute pubblica in Europa e così facendo aggiungere valore all’azione degli Stati membri, nel pieno rispetto delle responsabilità di questi ultimi in tema di organizzazione e prestazione dei servizi e dell’assistenza sanitari.
La strategia per la salute pubblica deve puntare al rafforzamento della cooperazione e del coordinamento degli interventi, sul sostegno degli scambi di informazioni e conoscenze provate e sull’assistenza nei processi decisionali nazionali. In questa prospettiva l’U.E. deve mettere a punto un sistema globale di informazione nell’intento di offrire a tutti la possibilità di accedere a informazioni attendibili e aggiornate al livello europeo su questioni chiave e di creare una base per un’analisi comune dei fattori aventi un’influenza sulla salute pubblica.
In secondo luogo, l’U.E. deve potenziare le capacità europee di reazione rapida alle minacce per la salute. Per questi motivi va rafforzata la sorveglianza epidemiologica e il controllo delle malattie infettive. Va inoltre garantita la sicurezza dei pazienti e la qualità dei servizi sanitari in tutta Europa, per agevolare le cure transfrontaliere e la mobilità degli operatori sanitari e dei pazienti.
Le politiche della sanità e della tutela dei consumatori sono strettamente collegate. La sicurezza dei prodotti e dei servizi – in particolare la sicurezza degli alimenti e le emergenze nel settore alimentare – assumono una priorità particolare in questo campo. La politica della salute e della sicurezza sul lavoro del PDA mira a garantire la tutela contro i rischi e gli incidenti sul posto di lavoro e contro le malattie professionali.
Integrazione del Programma sulla Sicurezza alimentare a cura del Dott. Rocco Arcaro (Responsabile Nazionale del Dipartimento corrispondente)
E l’Europa si è attrezzata per rispondere alle paure dei consumatori, mettendo in campo una serie di iniziative legislative atte a garantire i seguenti obiettivi :
- protezione della vita e della salute dei cittadini, protezione degli interessi dei consumatori, tenendo conto della protezione della salute e del benessere degli animali, della salute delle piante e dell'ambiente;
- realizzazione della libera circolazione nella Comunità dei prodotti alimentari e degli alimenti per animali;
- presa in considerazione delle norme internazionali esistenti o in fase di elaborazione
Dal 1° gennaio 2006, al fine di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari, si applicano in tutti gli Stati membri le norme del “Pacchetto igiene”, che , inizialmente costituito da quattro regolamenti - due relativi alla produzione e commercializzazione degli alimenti (Reg. Ce 852/04 e Reg. Ce 853/04) e due sulle modalità di controllo da parte delle autorità competenti (Reg. Ce 854/04 e Reg. Ce 882/04) - è stato in un secondo tempo integrato per assicurare un più alto livello di garanzia igienico- sanitaria di tutta la filiera alimentare con il regolamento 183/05, che stabilisce i requisiti per l’igiene dei mangimi, e dai regolamenti Ce 2073, 2074, 2075 e 2076 del 5 dicembre 2005 in materia di criteri microbiologici, organizzazione dei controlli e misure transitorie.
Il Partito dell'Alleanza, attraverso il Dip. Sicurezza Alimentare, invita a ricordare che la qualità e la sicurezza degli alimenti dipendono dagli sforzi di tutte le persone coinvolte nella complessa catena della produzione agricola, della lavorazione, del trasporto, della preparazione, della conservazione e del consumo. Infatti il Partito dell’Alleanza, così com’è nella tradizione di un grande partito democratico, ha fra i suoi principali obiettivi quello di ascoltare le esigenze di un Paese in forte mutamento. Fra tali esigenze non possiamo non considerare il diritto alla salute inteso come rispetto e conseguimento di uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non soltanto nell’assenza di malattie o infermità, valido erga omnes. Ecco perché, il Partito dell’Alleanza sente il preciso dovere di comunicazione ai consumatori, che devono essere tenuti adeguatamente informati sull'attività degli organismi istituzionalmente preposti all'assicurazione della salubrità degli alimenti su:
1. - nuove preoccupazioni e tutte le condizioni di allarme europeo in materia di sicurezza alimentare;
2. - rischi che certi alimenti possono presentare per determinati gruppi di persone;
3 - ripercussioni a livello sanitario di un regime alimentare inappropriato”.
Anche la politica ambientale deve procedere di pari passo con la politica della sanità perché si possa assicurare un alto livello di tutela della salute.
Ogni giorno la nostra salute è esposta all'influenza di tutta una serie di elementi, come i fattori ambientali e sociali, lo stile di vita e il comportamento individuale. Anche le politiche applicate sul luogo di lavoro hanno un impatto considerevole sulla salute pubblica. È infatti dimostrato che le buone pratiche per la promozione della salute sul luogo di lavoro (attività fisica, prevenzione del tabagismo, regime alimentare sano, ecc.) contribuiscono significativamente al miglioramento della salute, della produttività e dell'efficienza. Le misure adottate per promuovere la salute sul luogo di lavoro, sono ancora limitate in tutti gli Stati membri dell'U.E., che in genere non attribuiscono particolare importanza al miglioramento dello stile di vita.
L'obiettivo chi ci si prefigge è quello di creare condizioni organizzative che consentano di individuare e stabilire buone pratiche nel campo della promozione della salute sul lavoro e di migliorare la salute pubblica promuovendo l'applicazione, sul luogo di lavoro, di misure di qualità e dall'efficacia comprovata per incoraggiare l'adozione di uno stile di vita sano.
Alcuni fattori ambientali, quali l’esposizione alle sostanze inquinanti attraverso l’acqua, il cibo o l’aria, sono importanti determinanti della salute. È stato, ad esempio, stimato che fino ad un sesto degli incidenti fatali o delle malattie che riguardano i bambini possono essere ricondotti a fattori ambientali. Gli individui possono fare scelte che si ripercuotono sul loro stile di vita e sulla loro salute, ma confidano anche nelle autorità pubbliche per essere tutelati dalle minacce per la salute.
Per far fronte a questa sfida, va istituito il piano d’azione per l’ambiente e la salute. L’obiettivo perseguibile è di fornire al Governo le informazioni scientificamente attendibili necessarie per ridurre l’impatto negativo sulla salute di determinati fattori ambientali. L’obiettivo finale consiste nel colmare le lacune cognitive attraverso il potenziamento della ricerca e affrontando le questioni emergenti relative all’ambiente e alla salute, nonché nel rendere disponibili al pubblico le informazioni pertinenti.
Le case dovrebbero essere il luogo più sicuro e più confortevole dove vivere. Ma possono sorgere problemi che le rendono meno sicure e confortevoli. L’inquinamento degli ambienti interni, l’esposizione alle sostanze tossiche (quali metalli pesanti, solventi), al rumore e ad altri pericoli di natura fisica, chimica e biologica sono fattori che possono incidere sulla salute psico-fisica e sociale. Un altro fattore consiste nell’accessibilità: è importante garantire ad anziani e disabili la possibilità di vivere autonomamente.
Gli incidenti domestici possono accadere per svariate ragioni e riguardano soprattutto i gruppi più vulnerabili, ossia i bambini, gli adolescenti e gli anziani.
È quindi necessario garantire la sicurezza, l’igiene, il comfort e la riservatezza, nonché evitare afflizione e minacce per la salute. Sono altresì necessarie intense consultazioni, che si aggiungano al coinvolgimento di vari partner a livello nazionale e locale, per individuare tutte le categorie di pericolosità ed ottimizzare l’utilizzo di sistemi d’informazione capillari.
AMBIENTE
Il cittadino è al centro delle nostre strategie ambientali.
I cittadini hanno diritto ad essere informati sullo stato dell’ambiente del paese e del territorio in cui risiedono e lavorano, nonchè su eventuali situazioni di rischio per l’ambiente e la salute.
A tal fine deve essere loro consentito un facile accesso a tutti i dati rilevanti e deve essere incentivata l’aggregazione sociale sulle scelte di politica ambientale.
Ogni azione umana che abbia un impatto sull’ambiente deve tener conto dei suoi effetti locali e globali. Pertanto la politica ambientale deve promuovere lo sviluppo sostenibile e la ricerca della compatibilità fra le esigenze della produzione e quella dell’ambiente.
E’ del tutto evidente che, (pur nel rispetto delle leggi nazionali e regionali esistenti che tracciano un quadro all’interno del quale non si possono non realizzare interventi tesi alla tutela dell’ambiente e della salute del Cittadino, che non siano basati su progetti concreti stilati con il supporto di esperti e su indicazione delle Associazioni ambientalistiche con particolare riguardo alle caratteristiche tese al rispetto delle specificità ambientali dei territori), bisogna incisivamente agire onde determinare la rimozione delle storiche criticità.
Pertanto, particolare attenzione è necessario che venga prestata al miglioramento della qualità dell’aria, attraverso il contenimento dei livelli di concentrazione delle sostanze inquinanti, al miglioramento della qualità delle acque in funzione delle diverse finalità di utilizzo (potabilità, balneazione, navigazione, pesca, irrigazione, usi industriali), ad una migliore gestione dei rifiuti industriali ed urbani, ad una riduzione dei rifiuti generati prevedendo un maggiore ricorso al riciclaggio, ad una gestione più sicura delle discariche ed al risanamento e bonifica delle discariche abbandonate ed abusive, alla predisposizione di adeguati piani di emergenza per fronteggiare i rischi relativi alle attività industriali.
Per cui continuare alla incentivazione di tetti fotovoltaici, proseguendo dalle strutture pubbliche, utilizzare asfalto fonoassorbente e sperimentare nuovi materiali assorbenti di sostanze inquinanti; sono percorsi necessari e doverosi a cui non bisogna sottrarsi.
POLITICHE DI SLANCIO PER L’EUROPA SOCIALE
Il PDA Convinto che a 50 anni dal Trattato di Roma, la dimensione sociale continui ad essere uno degli elementi essenziali dell’integrazione europea. afferma la necessità di rafforzare il modello sociale europeo, rappresentato da principi e valori comuni - quali la giustizia sociale, l’eguaglianza, la solidarietà - che ispirano, pur nella loro diversità, i sistemi sociali nazionali e che si riflettono nei Trattati. Riconosciamo che l’Unione Europea ha potuto ottenere rilevanti risultati nel cammino del progresso sociale sulla base di obiettivi e strumenti comuni stabiliti dai Trattati. E’ quindi necessario collegare il rilancio dell’Europa sociale ad una ripresa della dinamica istituzionale.
Consideriamo essenziale, a tal fine, che il Consiglio, il Parlamento Europeo e la Commissione elaborino congiuntamente una visione lungimirante per l’Europa Sociale, che promuova con un approccio equilibrato le riforme e gli adattamenti connessi alla globalizzazione, alle ristrutturazioni industriali, all’innovazione tecnologica, alla demografia e all’immigrazione, per rafforzare la crescita, l’occupazione e la qualità del lavoro, garantendo nel contempo i diritti e le protezioni sociali propri della tradizione europea.
Riteniamo che la lotta alla disoccupazione debba restare un asse prioritario della politica economica e sociale degli Stati Membri e dell’Unione. Ricordiamo che, nella prospettiva della realizzazione della Strategia di Lisbona rinnovata, le politiche sociali sono anche un fattore di sviluppo economico e competitività in quanto contribuiscono al miglioramento della produttività, alla creazione di posti di lavoro e alla coesione sociale. Riaffermiamo la necessità di rafforzare la convergenza economica e sociale nell’Unione al fine di promuovere la creazione di posti di lavoro, le pari opportunità sul mercato del lavoro, la formazione continua, la modernizzazione della sicurezza sociale. L’Europa sociale offrirà così un autentico valore aggiunto al mondo del lavoro ed ai cittadini, in particolare quelli che le ristrutturazioni e l’impatto della globalizzazione rendono più vulnerabili. In tale direzione, l’Unione potrà fare affidamento sui vari strumenti di cui dispone (coordinamento, legislazione, dialogo sociale, programmi).
Sottolineiamo il ruolo determinante che in tale contesto sono chiamate a svolgere le parti sociali, il dialogo sociale e la contrattazione collettiva ai vari livelli.
Riteniamo che l’Europa a 27 non può ridursi ad una zona di libero scambio ma che essa deve assicurare l’indispensabile equilibrio tra libertà economica e diritti sociali così che il mercato interno possa divenire uno spazio regolato anche sul piano sociale. Il completamento di tale mercato è inscindibile dall’attuazione effettiva dell’ “acquis” sociale comunitario, dei principi di parità di trattamento dei lavoratori e dell’applicazione del diritto del lavoro nazionale nel quadro della libera prestazione dei servizi.
Esortiamo affinché l’Unione Europea s’impegni a promuovere i principi e i valori del suo modello sociale sul piano internazionale. Al fine di contribuire ad una globalizzazione più giusta ed equilibrata, è necessario generalizzare le clausole sociali negli accordi commerciali dell’Unione con i Paesi Terzi; incoraggiare, in ambito multilaterale, la presa in conto dei principi e diritti fondamentali del lavoro così come sono definiti dall’OIL; sostenere la campagna per un lavoro dignitoso per tutti.
Proponiamo che il prossimo rapporto sulla Realtà Sociale dell’Unione Europea conduca ad una revisione di medio termine dell’Agenda Sociale, che abbia come obiettivo il miglioramento della qualità del lavoro e la tutela dei percorsi professionali, al fine di concretizzare le pari opportunità sul lavoro.
Auspichiamo che questa esigenza di sviluppare l’Europa Sociale, elemento qualificante di qualsiasi riavvicinamento dei cittadini al progetto europeo, possa riflettersi nelle Conclusioni della Presidenza in occasione dei prossimi Consigli Europei.
Alcuni spunti per l’impegno futuro del PDA
1. Politiche per l’occupazione e flessicurezza
§ Combattere il lavoro precario e favorire la stabilizzazione dell’occupazione e la qualità del lavoro.
§ Investire nella formazione continua, al fine di permettere ai lavoratori di far fronte ai cambiamenti del mercato del lavoro, anche attraverso il riconoscimento di un diritto al lavoro attraverso una formazione qualificante e iniziative per il primo individuale alla formazione.
§ Rendere più sicura, nell’ambito di un mercato del lavoro evolutivo, la tutela dei percorsi professionali attraverso la riqualificazione professionale, il mantenimento dei diritti e il sostegno al reddito nei periodi di transizione.
§ Favorire l’accesso dei giovani impiego e il sostegno all’imprenditorialità, al fine di agevolarne l’integrazione nel mercato del lavoro.
§ Favorire l’aumento del tasso di attività dei lavoratori anziani.
§ Migliorare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro tenendo conto delle nuove tecnologie nella prevenzione dei rischi.
§ Sviluppare, sulla base dell’«acquis» comunitario, il diritto europeo del lavoro con un sistema di norme sociali minime applicabili nell’Unione.
§ Combattere il lavoro non dichiarato, favorendone l’emersione.
§ Garantire la mobilità del lavoro nell’Unione tramite misure volte a creare un
mercato del lavoro più integrato in Europa.
2. Coesione sociale
§ Impegnarsi affinché le riforme dei sistemi di protezione sociale siano orientate alla sostenibilità finanziaria ma anche all’esigenza di garantirne le finalità sociali ed il loro carattere universale e solidale.
§ Garantire interventi di protezione sociale ed una rete di servizi che rispondano ai bisogni delle persone non autosufficienti.
§ Combattere la povertà e l’esclusione sociale con la definizione di un reddito minimo per i cittadini dell’Unione e con specifiche iniziative verso le persone meno favorite o vulnerabili come i giovani, le donne, i lavoratori anziani, i lavoratori migranti.
§ Eliminare tutte le discriminazioni sul mercato del lavoro.
§ Sviluppare le politiche per l’integrazione professionale e sociale dei lavoratori immigrati e le loro famiglie.
3. Pari opportunità
§ Favorire l’aumento del tasso di occupazione femminile.
§ Sviluppare politiche in grado di aiutare la conciliazione tra vita professionale e vita familiare e privata, sia per le donne che per gli uomini.
§ Mettere fine alle disparità di trattamento tra uomini e donne sul posto di lavoro, in particolare sotto il profilo retributivo e delle carriere.
§ Rafforzare le politiche fiscali e sociali a sostegno delle famiglie e dell’infanzia, ivi compresa una rete adeguata di asili nido.
4. Una migliore «governance» sociale dell’Unione
§ Garantire la piena e corretta applicazione dell’«acquis» sociale comunitario.
§ Rafforzare il coordinamento tra i servizi di ispezione sociali e del lavoro.
§ Stabilire un quadro comunitario per valutare l’impatto sociale di tutte le politiche dell’Unione.
§ Valorizzare la contrattazione collettiva, estendere la concertazione sociale a tutti i livelli e sostenere il dialogo sociale europeo.
§ Promuovere una valutazione dei diversi strumenti di intervento dell’Unione in materia di politica sociale (legislazione, metodo aperto di coordinamento, dialogo sociale) al fine di misurarne la pertinenza e l’efficacia nei differenti ambiti.
POLITICHE SUL NUCLEARE PER UNA ENERGIA PULITA
La politica del PDA è mirata a porre le basi per rivoluzionare l’approvvigionamento globale di energia e contrastare la proliferazione da parte di Stati come l’Iran e la Corea del nord proponendo di garantire l’accesso all’atomo a tutti i Paesi in via di sviluppo che lo desiderano evitando rischi di proliferazione. L’obiettivo è triplice: diminuire la dipendenza globale dal greggio, facendone scendere il prezzo sui mercati a dispetto di una domanda di energia in aumento nel Terzo Mondo; favorire lo sviluppo di una forma di energia che non inquina l’atmosfera, combattendo così i gas serra che stanno cambiando il clima; aumentare il controllo sui processi di arricchimento dell’uranio nelle aree a rischio da parte delle potenze nucleari che sono poi i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina).
Il metodo per riuscirci è di creare un sistema di centri internazionali per garantire l’accesso al combustibile nucleare, incluso l’arricchimento dell’uranio, sotto il controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
In concreto ciò significa aprire le porte alla costruzione di centrali nucleari e depositi per le scorie progettando impianti e tecnologie di nuova generazione che consentiranno di riutilizzare il combustibile.
Bisogna puntare proprio a destinare imponenti risorse alla ricerca per riuscire a riciclare le scorie ovvero a creare l’energia indistruttibile progettando impianti tendenti all’utilizzo dei rifiuti nucleari da usare come fonte di energia. Le risorse da utilizzare per riuscire nell’impresa daranno vita a un mondo futuro completamente diverso ovvero non più dipendente dai pozzi di petrolio di Paesi instabili come Arabia Saudita, Iran, Iraq, Nigeria, Libia e Venezuela.
POLITICHE ECONOMICHE
Il Paese deve dotarsi di una strategia economica, sociale ed ambientale. Questa strategia si prefigge:
- una crescita economica quanto più forte possibile, in particolare attraverso un aumento del potenziale di crescita;
- di tendere verso la piena occupazione;
- la preservazione della coesione sociale;
- il rispetto del principio dello sviluppo sostenibile.
Oltre al coordinamento delle politiche economiche l’azione politica deve prevedere il coordinamento attraverso un Patto di stabilità ed una strategia per l’occupazione. Altri processi potrebbero essere l’applicazione del processo di riforma economica, il dialogo macroeconomico con le parti sociali nel quadro del Patto europeo per l'occupazione ed il metodo aperto di coordinamento instaurato dal Consiglio europeo di Lisbona.
Lo sviluppo dei mezzi di coordinamento delle politiche ha reso più complesso il quadro e non facilita la formulazione e la diffusione degli orientamenti politici. È tuttavia necessario che il Governo si avvalga di meccanismi di coordinamento efficaci per garantire una migliore attuazione delle strategie e facilitare una valutazione dei risultati ottenuti.
Il PDA, per razionalizzare i diversi cicli di coordinamento, proporrà le misure seguenti:
§ accrescere l'efficienza del coordinamento delle politiche, in particolare assicurando un migliore monitoraggio dell'attuazione;
§ migliorare la coerenza e la complementarità tra i vari processi e strumenti;
§ promuovere un maggiore impegno e senso di appartenenza meglio condivisi associando il Parlamento europeo, i Parlamenti nazionali, le parti sociali e la società civile;
§ accrescere la trasparenza e la chiarezza del ciclo di coordinamento.
Proporrà, inoltre, di:
§ concentrare l'azione dei vari processi di coordinamento sul medio termine;
§ dare maggiore importanza all'attuazione delle raccomandazioni ed alla valutazione dell'impatto;
§ concentrare l'azione su alcuni momenti chiave dell'anno.
Ciò dovrebbe migliorare la coerenza, la trasparenza e l'efficacia dei processi preservandone l'autonomia e contribuendo alla stabilità.
Preparerà una relazione per il Consiglio dei Ministri nella quale indicherà i settori nei quali occorre compiere ulteriori progressi e i principali orientamenti. Verranno aggiunte varie relazioni e quadri di valutazione della Direzione Nazionale e dei Dipartimenti corrispondenti, sugli aiuti di stato, sull'innovazione e la politica delle imprese ed in seguito un "pacchetto di orientamenti" per l'occupazione, per stabilire un programma di lavoro concreto.
Strategia a medio termine
Il Partito dell’Alleanza intende privilegiare il termine medio nel settore economico e dell'occupazione per dare maggiore stabilità agli orientamenti e raccomandazioni in modo che il Consiglio dei Ministri possa elaborare strategie credibili centrate sull'attuazione delle raccomandazioni e per evitare la necessità di ridefinire costantemente le strategie.
AGRICOLTURA
E’ necessario rivalutare questa importante attività economica provvedendo a realizzare un progetto di sviluppo che deve partire dalla constatazione del ruolo centrale che l’agricoltura occupa nel firmamento economico della nostra nazione e di porre in essere ogni iniziativa utile al rilancio di questo settore, primario, oggi in seria difficoltà.
I dati congiunturali danno la sensazione di un sistema che trova impreparata la maggioranza degli operatori di fronte alle sfide che verranno dall’attenuazione dell’effetto protettivo delle politiche agricole dell’Unione Europea.
L’ingresso di nuovi Stati, soprattutto dell’Est, nella Comunità, ha già provocato e provocherà, senza dubbio, seri problemi, perchè si tratterà di competere con le produzioni di altri Paesi realizzate a costi notevolmente più bassi.
Il problema della nostra agricoltura, pertanto, è legato allo sviluppo equilibrato dell’intero sistema.
Il Governo, quindi, ha il dovere di sollecitare e favorire opportune iniziative per il settore agricolo in modo da incentivare i processi di ammodernamento delle sue strutture, incoraggiando razionali trasformazioni colturali, nuove tecniche produttive, una più efficace organizzazione dei mercati per una migliore commercializzazione dei prodotti.
Sono altresì d’importanza fondamentale anche tutte le iniziative che mirano a provocare l’industrializzazione del settore, privilegiando quelle attività che, in armonia con le vocazioni tradizionali del nostro Paese, siano dirette alla trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli e zootecnici, in modo da mantenere all’interno delle aree geografiche le fasi a maggiore valore aggiunto.
Non ultima, l’attività delle politiche agricole deve essere tesa ad affrontare il più grave problema della nostra agricoltura: la mancanza di acqua.
Ogni progetto, ogni volontà di rischiare e di “fare da se”, ogni investimento in direzione dell’innovazione può essere vanificato per il venir meno dell’elemento più prezioso: l’acqua.
E’ un problema, questo dell’approvvigionamento idrico, di grande portata civile, economica e sociale, che non potrà trovare soluzione in poco tempo, dopo decenni di sottovalutazione da parte di tutti: Istituzioni e classe politica.
E’ necessario, allora, che il Dicastero delle Politiche Agricole in collaborazione con le Amministrazioni Regionali, Provinciali, le parti sociali e gli operatori economici, impegni tutte le sue energie segnatamente mirate alla realizzazione di progetti capaci di risolvere definitivamente il problema dell’acqua.
ZOOTECNIA
Come per l’agricoltura, anche la zootecnia per tradizione, vocazione e caratteristiche, rappresenta per il Paese un importante settore per la sua economia.
A seconda delle condizioni climatiche ed ambientali (pianure, zone montane) è sviluppato un tipo di allevamento piuttosto che un altro, ed è un’attività che permette lo sviluppo della piccola imprenditoria agro-zootecnica, particolarmente favorita da operatori che, di solito, agiscono individualmente in ambito esclusivamente privatistico: cosa questa che rende più difficile la commercializzazione dei prodotti di fronte ad una concorrenza organizzata come quella della grande distribuzione.
E’ un settore, quindi, che merita una speciale attenzione da parte del MI.P.A. che deve instaurare rapporti con le associazioni di categoria e individuare punti di riferimento certi a supporto dei problemi che interessano gli allevatori.
Gli operatori non possono essere lasciati da soli ad affrontare problemi che sono di difficile soluzione, come l’adeguamento delle strutture e l’approvvigionamento idrico ed elettrico: fattori che possono incentivare l’attività del settore e rendere sicuramente più accettabile la vita in campagna degli operatori e delle loro famiglie e migliorare la qualità dei prodotti.
COMMERCIO
Quando si parla di imprenditoria e sviluppo non si possono certo ignorare le imprese che operano in un settore come il terziario e, in particolare, il commercio.
Il ruolo del commercio è essenziale in un qualunque progetto di sviluppo integrato del territorio e le sue enormi potenzialità possono rappresentare un elemento propulsore, perchè senza mercato non vi può essere sviluppo.
Ma affinché possa avere una valenza strategica, è necessario che le PMI (Piccole e Medie Imprese) diventino sistema, per meglio resistere agli eventi congiunturali poco favorevoli e governare i processi di trasformazione sul mercato.
E’ necessario porre particolare attenzione al settore, perchè sia sempre ricercato un giusto equilibrio fra le esigenze della piccola e quelle della grande distribuzione in modo da salvaguardare gli interessi del Cittadino consumatore, evitando anche la fine di un’attività, quella del piccolo commercio, legata alle tradizioni e alla cultura della nostra gente e che impegna una più che notevole quantità di addetti ai lavori.
Ma un progetto di sviluppo commerciale non può non tenere conto che sempre più si ricorre all’apertura di esercizi commerciali per rimediare alla mancata disponibilità di occupazione alternativa.
Questo sistema di autoccupazione, facilitato dalla legislazione liberista in materia di commercio, invece di produrre ricchezza, troppo spesso ci fa assistere ad attività sull’orlo del fallimento o ad attività commerciali che chiudono solo poco tempo dopo essere state aperte, con gravi danni non solo per i diretti interessati ma per l’intero sistema commerciale.
ARTIGIANATO
Le difficoltà che gli artigiani incontrano quotidianamente sono sicuramente all’attenzione di tutti.
In effetti tenere in vita un’attività di natura artigianale oggi non è una cosa semplice tra costi da sostenere, troppo spesso al limite della sopportazione, mancanza di locali, difficoltà di commercializzazione dei prodotti, carenza del mercato finanziario.
Necessita sottolineare le gravi difficoltà apportate alla categoria dal lavoro “nero” e irregolare che va controllato e contrastato per le inaccettabili condizioni di concorrenza sleale e di evasione fiscale, contributiva e contrattuale che danneggiano la parte onesta degli operatori del settore.
Ma un Governo attento non può non comprendere il ruolo fondamentale dell’artigianato nell’ambito di una economia nazionale sia in termini di arricchimento economico sia some valvola di sfogo, non poco importante, per l’occupazione e continuerà ad essere, uno dei punti di riferimento dell’economia locale.
POLITICHE SPORTIVE
L’errore di fondo che si commette nella stesura delle politiche sullo sport è quello di puntare sull’importanza solo “fisica” della pratica sportiva.
In realtà, come accade per le iniziative sul tempo libero, la cura per lo sport è un forte strumento di benessere sociale.
Comunque, non si può trascurare l’aspetto impiantistico che è necessario supporto delle scelte “politiche” sullo sport e il tempo libero.
Una cura particolare dovrà essere dedicata alle iniziative per animare il tempo libero di giovani ed anziani assecondando l’organizzazione di centri sociali, soprattutto in periferia, realizzando impianti sportivi “di strada” per la pratica dilettantistica, allestire periodicamente manifestazioni di alto valore per la socializzazione e la promozione culturale. Per concludere riteniamo sia di fondamentale importanza, contemporaneamente agli interventi sull’impiantistica, una pianificazione delle politiche di promozione della cultura dello sport, una cultura fatta di valori e diretta soprattutto ai giovani che praticano lo sport nella loro forma più pura.
POLITICHE CULTURALI
Obiettivo primario del PDA è riconoscere alla cultura la valenza strategica di fattore di coesione sociale, e in questa direzione improntare le successive azioni in un’ottica di rete e di sistema integrato degli interventi di tutela e valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali.
L’individuazione di un percorso tematico “forte” in grado di integrarsi con quelli già presenti nel nostro territorio e con altri a livello europeo, rappresenta il punto di forza della politica culturale gestita dal nostro Dipartimento Università e Ricerca retto dal Responsabile Nazionale Maria Adelaide Durante. Questo il suo Programma:
“Nonostante il sogno della Comunità Europea si sia già da tempo avverato, nel nostro paese assistiamo al declino strutturale, qualitativo ed economico del percorso formativo, sia in ambito scolastico che universitario.
Tale fenomeno, se non viene arginato in tempo, rischia di impedire che le generazioni future crescano più consapevoli dei loro compiti in quanto cittadini e più capaci di raggiungere profili professionali adeguatamente competitivi.
Queste, a nostro avviso, sono le tematiche più urgenti da affrontare:
AREA DOCENTI
- Aggiornamento delle metodologie didattiche
- Aggiornamento dei contenuti dei programmi
- Valorizzazione della ricerca
- Uniformità dei criteri di attribuzione dei voti e del conseguente calcolo dei crediti scolastici
- Riqualificazione delle classi stipendiali
AREA STUDENTI
- Qualità e strategie individualizzate di apprendimento
- Educazione alla legalità con lo studio obbligatorio della Costituzione
- Efficaci e monitorati percorsi e sportelli di recupero e/o riorientamento